Istat: Confesercenti, inflazione energetica brucia 12 miliardi di potere acquisto, italiani tagliano il risparmio per sostenere i consumi. “Nel 2023 bolletta energetica costerà 8 miliardi in più rispetto a 2021, necessario rafforzare i sostegni”

Istat

L’onda lunga della corsa delle tariffe energetiche pesa ancora sui consumi, vendite al dettaglio caleranno del -2,5% nel 2023

Nel 2022 l’inflazione scatenata dagli aumenti energetici ha bruciato 12 miliardi di potere dell’acquisto delle famiglie, costringendo gli italiani a tagliare il risparmio per sostenere i consumi. E lo scenario per famiglie e imprese resta difficile anche nel 2023.

Così Confesercenti commenta i dati Istat di oggi.

Anche se il caro-energia sembra aver superato il suo picco, infatti, le tariffe restano comunque ad un livello molto elevato, soprattutto a causa della componente elettrica: nel 2023 gli italiani pagheranno una bolletta da 39 miliardi, 7,8 miliardi in più rispetto a due anni fa, prima dell’inizio della corsa dei prezzi energetici.

L’onda lunga di inflazione e caro-energia sui consumi è evidente anche dai dati del commercio al dettaglio. A febbraio il volume delle vendite al dettaglio registra il nono mese consecutivo di contrazione tendenziale, con una flessione complessiva che ha ormai raggiunto il 2% rispetto a un anno fa.  E – per la prima volta in cinque mesi – nel mese si è ridotto anche il valore delle vendite alimentari. Un dato che desta preoccupazione soprattutto per le piccole superfici di vendita che, stimiamo, hanno già registrato un crollo in volume del 5% in soli due mesi, contro un -0,6% della Grande distribuzione.

Questa perdita mostra come le realtà commerciali di minori dimensioni siano quelle in maggiore difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi. Secondo le nostre previsioni, l’anno si chiuderà con una flessione complessiva delle vendite – alimentari e non alimentari – del -2,5%, il dato peggiore del post-pandemia. E questo in un contesto di sostanziale stagnazione della spesa dei consumi, la cui variazione nel corso del 2023 si fermerebbe, secondo le nostre analisi, al +0,4%, la metà della crescita attesa per il Pil (+0,8%).

In questo quadro, le nuove misure contro il caro-bollette varate dal Governo rischiano di essere insufficienti, e vanno riviste. Occorre fare di più anche per le imprese: la flessione delle tariffe non è, infatti, sufficiente neanche per dare respiro alle PMI del commercio e del turismo, che quest’anno si troveranno a pagare bollette di gas e luce di 2 miliardi in più rispetto al 2021. Serve un intervento per rafforzare il sostegno alle famiglie e alle piccole imprese, o il rallentamento di consumi e fatturati sarà inevitabile.

 

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