Assemblea Annuale Confesercenti. Venturi: “Cinque mosse per il rilancio dell’Italia”

Nella relazione di Marco Venturi, Presidente Confesercenti, si avanzano diverse proposte finalizzate al superamento di una crisi che ancora oggi preoccupa gli italiani, visto che l’88% degli intervistati per la terza volta dall’Ispo per Confesercenti, dall’ottobre dell’anno scorso si sente pienamente coinvolto nella crisi (era l’87% nel primo sondaggio realizzato nel 2009, l’83% a febbraio 2010). Convinzione condivisa dall’89% di chi si riconosce nel centrosinistra ma anche dall’84% di chi si dichiara di centro-destra.

CINQUE MOSSE PER IL RILANCIO DELL’ITALIA

1. Una coraggiosa riduzione della spesa pubblica, nostro vero tallone d’Achille, portando il debito pubblico sotto il 100% rispetto al Pil in 5 anni.
2. Ridurre la pressione fiscale dal 43,2% al 40% in tre anni, un punto all’anno.
3. Rilanciare le infrastrutture strategiche con priorità per il completamento Autostrada del sole, variante di valico, infrastrutture urbane, manutenzione del territorio per prevenire calamità naturali.
4. Piano di investimenti per una maggiore autonomia energetica.
5. Ridare forza all’impegno per lo sviluppo del Mezzogiorno, anche con l’utilizzo dei fondi europei, per creare zone di eccellenza su ricerca ed innovazione.

LOTTA ALL’ABUSIVISMO

Intensificare l’azione di contrasto contro quella evasione totale dovuta all’abusivismo che è molto diffuso e si manifesta in maniera particolarmente invasiva nel Sud. Bene il piano triennale per liberare il lavoro dalle illegalità annunciato dal Ministro Sacconi.

MISURE FISCALI PER LA CRESCITA

· Eventuali benefici sui conti pubblici vanno trasferiti ai contribuenti che dovranno comunque essere garantiti da un TETTO COMPLESSIVO AL PRELIEVO IMPOSTO come avviene in Francia con il bouclier fiscal.
· Bene la proposta Pd di innalzare la franchigia Irap per le Pmi.
· Il regime dei minimi va portato dai 30mila euro attuali ai 50mila per semplificare la vita ad oltre un milione di micro imprese, le più provate dalla crisi.

TRE AZIONI PER EVITARE LA CHIUSURA DELLE PMI DEI CENTRI URBANI

1. Abbattere tributi locali e tariffe, molto aumentati, che penalizzano pesantemente le Pmi.
2. Esentare da ogni obbligo formale quelle imprese che operano nei piccoli comuni dove assicurano servizi indispensabili e sono a rischio scomparsa.
3. Incentivare e favorire la messa in rete delle attività commerciali, sia attraverso specifiche scelte societarie, sia tramite la costituzione dei centri commerciali naturali.

PRUDENZA SULLA MODIFICHE ALL’ART. 41

E’ giusto favorire una robusta semplificazione degli adempimenti, ma non vogliamo dare il via libera alle grandi strutture commerciali che già hanno invaso l’Italia producendo uno tsunami economico e sociale.

SOSTENERE IL TURISMO

Inserire questo settore fra le vere priorità della politica economica con interventi mirati: abbattere l’Iva, sciogliere il nodo del commissariamento dell’Enit, organizzare un efficace Portale, favorire gli investimenti per dotare le strutture turistiche di servizi sempre più moderni e richiesti. Va inoltre agevolato l’accesso al credito ed incentivata l’acquisizione della proprietà degli immobili che in gran parte dei casi non è degli imprenditori.

MISURE INCISIVE PER DIFENDERE IL LAVORO E CREARE NUOVE OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI

Riconoscere il ruolo fondamentale delle Pmi nel mercato del lavoro che si deve esprimere anche attraverso una flessibilità che riconosca la loro peculiarità.
Proseguire sulla via di interventi di detassazione e decontribuzione per favorire nuova occupazione.
Favorire l’autoimprenditorialità, il ruolo della formazione, il raccordo scuola-impresa attraverso l’apprendistato.
Snellire il contenzioso nell’interesse di lavoratori ed imprenditori.

AGIRE CONTRO LA CRIMINALITA’

Tre obiettivi chiari soprattutto per ridurre l’infiltrazione mafiosa e camorristica nelle regioni meridionali: zero pizzo, zero abusivi, zero burocrazia. In questo senso il pacchetto sicurezza è un passo avanti.
E’ essenziale un monitoraggio sempre più mirato della espansione della criminalità organizzata nei settori dell’economia.
Cresce la minaccia nell’agro-alimentare e nel turismo. E cresce soprattutto quella dell’usura con le vittime che in questo periodo di crisi sono passate da 160 mila ad oltre 200 mila ed un giro di affari per gli usurai di circa 20 miliardi di euro.

 

 

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